![](BLOG/2025/06/attachments/ho-tutto-per-scrivere-tranne-il-coraggio.webp) Ho bisogno di scriverlo, perché ho bisogno di ragionarci sopra. Capita anche a te? Di avere dei pensieri per la testa ma di non riuscire a capirli finché non li metti per iscritto, intendo. Allora, la questione è questa. Ho letto, anzi, studiato, il *Manuale di Sceneggiatura*, che mia moglie aveva comprato qualche tempo fa per un esame universitario. Ho, boh, più di venti libri che spiegano come scrivere (non solo narrativa, a dire il vero). Ho ascoltato podcast, guardato video tutorial, chiesto consigli a chi scrive davvero bene. Ho anche una lista di idee per racconti (e anche romanzi, a ben vedere) che oramai sfiora il centinaio. Lista che continua a crescere sempre più rapidamente. Prima o poi dovrò parlare di questo. Non sono tutte delle grandi idee, anzi. Ma lì in mezzo c'è qualcosa di davvero interessante. E quindi? Quindi sono qui. Procrastinando, tergiversando, trovando scuse per non scrivere. Ci sono alcune scadenze che mi sono auto imposto. E queste scadenze si stanno avvicinando sempre più. Perché non sto scrivendo? Perché non sto scrivendo le mie storie? Perché non sto raccontando le cose che ho visto, che ho in testa, che so che possono anche essere interessanti? Perché ho paura. Ho una paura incredibile di non essere in grado di rendere loro onore. ![](BLOG/2025/06/attachments/i-have-everything-i-need-to-write-except-the-courage.webp) Le storie meritano rispetto. Meritano cura. Meritano amore. E io sono qui, con il mio taccuino e la mia stilografica, e ho una paura fottuta di non essere in grado. In grado di rendere loro onore. È raro, per me, avere paura di un confronto intellettuale. Anzi, mi sono messo nei guai, più volte, per la mia linguaccia e la mia incapacità di stare zitto. Ma adesso sono qui. Gioco con la penna. Disegno sul mio taccuino, scarabocchio, cerco scuse per non affrontare questo mio terrore. Non è solo colpa delle storie. Ovviamente ho anche paura del giudizio. Ho paura di deludere chi si aspetta da me grandi racconti, grandi emozioni, grandi sogni. Ho paura di deludere, e di deludere me stesso. Raccontare storie è parte del mio nucleo più intimo. È probabilmente parte di quello che tiene unita la mia essenza. Ho sempre raccontato storie, mi sono sempre raccontato storie. Ho sempre voluto credere che fosse una mia dote fondante. E adesso, che ho deciso di provarci davvero, di partecipare a qualche concorso, di scrivere qualcosa da pubblicare, ecco, proprio adesso, appare la paura più atavica. E se non fosse così? Se io non fossi così? Se, in fin dei conti, mi fossi solo raccontato delle storie?