![](BLOG/2025/05/attachments/anatomia-di-un-idea.webp) In questi giorni sto leggendo il "*Manuale di Sceneggiatura Cinematografica*" di Luca Aimeri (UTET, 2021). No, non ho voglia di scrivere una sceneggiatura cinematografa; sono semplicemente incuriosito da questa forma narrativa. Il secondo capitolo si intitola "*Metamorfosi di un'idea* <span class="maiuscoletto">Stadi del processo creativo</span>" e prova a rispondere alla domanda: **cos'è un'idea?** Provo a spiegarlo con parole mie: un'idea è un'ipotesi sulla realtà. **È una domanda** che poniamo alla realtà stessa. Spesso la traduciamo in *cosa succederebbe se...*, ed è strettamente legata alla nostra capacità – o più frequentemente, alla nostra necessità – di fantasticare su un'immagine, una situazione, una persona, o qualsiasi elemento desunto e astratto dal mondo che ci circonda. Ma come possiamo capire se un'idea è _buona_? Beh, un'idea si rivela buona se la sua risposta è l'embrione di una storia. Inoltre, un'idea, per essere efficace, deve contenere, in modo più o meno esplicito, un **conflitto**. Sarà proprio questo conflitto a dare vita a una drammaturgia, a una narrazione avvincente. Non esiste storia senza conflitto, così come non esiste conflitto senza una storia al suo interno. Tra i vari aggettivi che possiamo usare per definire "buona" un'idea[^1], apprezzo particolarmente il suo sottintendere un'attitudine alla critica. Possiamo dire che **l'idea scaturisce dalla capacità di osservare la realtà con occhio critico, per scovarne i risvolti più inconsueti e stimolanti.** Infine, potremmo affermare che un'idea è tanto più valida quanti più possibili collegamenti impliciti ad altre idee racchiude in sé. È un seme che ha il potenziale per far germogliare un intero giardino di pensieri. Per oggi è tutto, ci si vede in giro. 👋 [^1]: Un'idea, per essere considerata tale, dovrebbe essere qualcosa di vivo, nuovo, originale, fresco, prorompente, stimolante, determinante, persino trasgressivo.